La Mezzadria come Modello Agricolo

Con l’introduzione della tassa sul macinato, promulgata per iniziativa di Luigi Menabrea il 7 luglio del 1868 e che entrò in vigore il 1° gennaio del 1869, si ebbe da una parte il pareggio del bilancio statale, dall’altra un’impennata del prezzo del grano e dei suoi derivati che in quei periodi storici erano la principale fonte di sostentamento delle famiglie più povere. Anche dopo la sua abolizione, ad opera del governo Depretis nel 1884, i prezzi dei cereali non calavano ed i mulini più piccoli e soprattutto i contadini si ritrovarono ancora più in crisi, non potendo macinare il grano a causa delle grandi spese da sostenere. In quegli anni, a causa di questa crisi dei cereali, nacque, soprattutto in Italia centrale e quindi anche in Alta Tuscia, un tipo di contratto stipulato tra i ricchi possessori di terreni ed i contadini, iniziò il lungo periodo della “Mezzadria“.

Agricoltura

La mezzadria, il cui nome indica “colui che divide a metà”, è stato un contratto agrario, utilizzato fin dai tempi medievali, tra il proprietario dei terreni chiamato concedente ed un coltivatore, il mezzadro, che si dividono i prodotti e gli utili di un’azienda agricola, il podere. Tutti gli oneri della conduzione dell’azienda erano a completo carico del mezzadro che per questo risiedeva con la sua famiglia colonica all’interno del podere stesso. Nel tempo ci sono state numerose controversie circa l’utilità della mezzadria, da un lato c’erano quelli a favore che avevano come tesi quella dell’arricchimento del contadino che altresì non avrebbe avuto i fondi da coltivare, altri invece che pensavano che era un metodo medievale e che non avrebbe portato ad un miglioramento dell’agricoltura. Qui non dobbiamo dare di certo dei giudizi, ma come molti professano, la mezzadria aveva sia dei lati positivi che negativi, fatto sta che venne abolita nel settembre del 1964 ( non si potevano più stipulare nuovi contratti dal 1974 ) e successivamente nel 1982 i contratti di mezzadria esistenti vennero trasformati in contratti d’affitto a coltivatore diretto.
Personalmente non ho assistito a questo tipo di stile di vita, ma dai racconti di mio nonno ho potuto quasi assaporare la rassegnazione che c’era in quel periodo a lavorare a metà. Molti di voi che leggeranno queste righe forse non si rendono nemmeno conto di quello che voleva dire essere completamente nelle mani del padrone, perché nella stragrande maggioranza dei casi i mezzadri avevano anche dei debiti nei confronti del possessore dei terreni. Comunque la mezzadria è stata nel bene o nel male lo stile di vita dei nostri avi e per questo occorre conoscerla per sapere da dove proveniamo. Per questo scopo vi invito alla lettura di questa pagina su Wikipedia e di altre sul web, basta inserire il termine “Mezzadria” su un qualsiasi motore di ricerca.
Questo articolo è dedicato a tutti i nostri nonni che con il loro lavoro hanno consentito di essere quello che siamo oggi.

Informazioni su giampy107

Abitante dell'Alta Tuscia e precisamente di Montefiascone
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