Grotte Santo Stefano è un paese che oggi è una frazione di Viterbo, un tempo, prima del 2 gennaio del 1927 era un comune della provincia di Roma, poi, con Mussolini, a partire dall’anno successivo, fu aggregato a Viterbo insieme a Bagnaia, San Martino al Cimino e Roccalvecce. Nel 1974 e 1985 i grottani ( gruttani in dialetto ), tentarono di rendere il paese un comune, distando 16 km da Viterbo ed avendo una popolazione di 3.800 abitanti, ma invano ed oggi resta ancora un quartiere decentrato del capoluogo della Tuscia.
Le origini del paese hanno inizio con la distruzione di Ferento avvenuta nel 1172 ad opera dei viterbesi e conseguente fuga degli abitanti arrivati in questo luogo per ripararsi in alcune grotte etrusche. Tali grotte erano ubicate nel pre-esistente territorio di Montecalvello e vicino al confine con la nativa Ferento.
Con il passare del tempo il Vescovo di Bagnoregio assegnò a questa comunità di contadini e pastori un parroco della parrocchia di Santo Stefano, dove fin dal 1202 erano custodite le reliquie delle chiese ferentane. Vicino alla zona delle antiche grotte venne eretta una piccola edicola in onore del Santo e da qui il nome di Grotte Santo Stefano. Quando il centro crebbe, i cittadini grottani vollero un proprio Santo Patrono ed il Vaticano con intercessione della Diocesi di Bagnoregio, ottenne le ossa di un martire cristiano al quale era stato dato il nome di Venerando che a tutt’oggi è Patrono del paese e si festeggia la prima domenica di settembre, mentre Santo Stefano è il Copatrono e si festeggia il 26 dicembre.
Ormai unito alla cittadina è il piccolo abitato di Magugnano che secondo alcuni studiosi sarebbe l’antico centro etrusco di Trossulum, conquistato dalla cavalleria romana in un impetuoso assalto senza l’aiuto della fanteria. Il senato romano, vista l’impresa, ricordò i cavalieri di quella battaglia con il nome di Trossuli. L’abitato doveva essere molto importante all’epoca se 470 dei suoi cittadini lo riscattarono con una cospicua somma di denaro, prima che il console Carvilio lo distruggesse trucidando tutti gli abitanti. Queste ipotesi non sono state confermate, ma alcuni ritrovamenti testimonierebbero l’origine etrusca di Magugnano, dal latino Malconianum. Nella seconda metà del secolo scorso, nella zona, venne trovata una tomba a camera etrusca, con all’interno tre piccole urne di peperino, in una di esse vennero ritrovati due scarabei egiziani, nell’altra l’epigrafe Arnth Sterpna.
Per avere maggiori informazioni sul paese di Grotte Santo Stefano, potete visitare il sito della Pro-Loco della cittadina, nel quale è indicata la storia e gli eventi dell’anno, come il Carnevale, la Sagra delle Fettuccine o la Festa del Santo Patrono Venerando.
Grazie Claudio molto interessante e istruttivo.