Viterbo è la città più importante della Tuscia Laziale essendone anche il capoluogo, ha circa 64.000 abitanti e risiede ad un’altezza di 326 metri sul livello del mare. In età etrusca non sembra avesse molta importanza, non arrivando nemmeno alla grandezza di vicus, dopo la conquista romana fu denominata Castrum Herculis e proprio grazie a questo eroe mitologico si deve lo stemma della città con un leone.
Viterbo, Città dei Papi, vanta una storia particolarmente interessante che si accompagna a testimonianze artistiche ed archeologiche degne di interesse. Prime tracce di insediamenti umani in questa zona sono da ricercare già nel neolitico, ma la presenza di alcune parti di mura e di tombe, dimostrano senza dubbio che gli Etruschi avevano edificato in quest’area un “castrum”, ovvero una fortificazione, alla quale si poteva accedere attraverso un ponte del quale i resti trovati, appunto, rappresentano ora l‘unica testimonianza rimasta. A loro si deve il nome di Tuscia, con la quale veniva identificata la zona nord del Lazio. In epoca romana, con ogni probabilità, la zona di Viterbo fu luogo di un insediamento militare, dove fu costruito un tempio dedicato ad Ercole dal quale prese il nome Castrum Herculis e dal quale deriverebbe anche il simbolo della città, un leone, ancora oggi presente sullo stemma. Lungo la Cassia sono stati ritrovati molti resti di antiche ville e di terme ad indicare che durante l’epoca romana, soprattutto con Augusto, la zona di Viterbo conobbe un periodo di grande splendore. Si tratta, tuttavia, di notizie molto frammentate e bisogna arrivare all’ VIII sec. d.C. per riuscire ad avere informazioni certe sulla storia di questa città. Ancora oggi essa è ricca di palazzi dall’architettura tipicamente medievale il suo centro storico conserva completamente l’assetto urbano di quel periodo a dimostrazione del fatto che, durante il Medioevo, Viterbo conobbe un periodo di notevole sviluppo. Il nucleo più antico sembrerebbe essere quello corrispondente alla odierna zona del Duomo, allora identificato con il termine Castrum Viterbii. Nel 773 d.C. il re longobardo Desiderio, muovendosi alla volta di Roma con l’intento di far guerra a Papa Adriano I, conquistò villaggi e territori nella zona del viterbese, costruendo una fortificazione proprio sul colle del Duomo. Desiderio desistette dalla volontà di muovere guerra a Roma ed al papato ma, il nucleo abitativo rimase e a, partire dal XI sec. si sviluppo ulteriormente grazie anche all’incremento demografico di quel periodo. Si trattava, tuttavia, di insediamenti ancora privi di un vero e proprio assetto urbano anche se in un documento dell’ 852 il Papa inseriva Viterbo all’interno dei possedimenti della Chiesa. Prima dell’anno 1000 si potevano riconoscere tre nuclei al di fuori del “castrum” del Duomo ovvero Vicus Sonzae, Vicus Quinzanus e Vicus Squaranus a partire dall’XI sec., invece, la struttura di Viterbo cominciò a definirsi in modo netto e quasi definitivo inglobando, in varie fasi, tutti i borghi all’interno delle mura cittadine. Parallelamente vennero costruite moltissime chiese che possono essere ammirate tutt’ora, come San Giovanni, Santa Maria al Poggio o San Pellegrino. Ma è a partire dal XII sec. che Viterbo conobbe l’inizio della sua vera ascesa economica, politica e sociale. In segno di riconoscenza per l’impegno profuso dai nobili locali Federico Barbarossa, nel 1164, la elevò al rango di città e, nel 1172, a seguito della distruzione di Ferento, da sempre sua rivale, la potenza di Viterbo aumentò ancora. Ciò che la rese particolarmente importante, però, fu il suo riconoscimento come sede vescovile, avvenuto nel 1192 grazie al Celestino III. Per la sua posizione strategica, lungo la via Cassia, essa acquistò sempre maggiore favore presso la Chiesa anche se, nel XIII sec., cominciarono a farsi strada sentimenti antipapali che videro la contrapposizione di due fazioni, Guelfi (capeggiati dalla famiglia Gatti) e Ghibellini che auspicavano la fine del potere papale su quei territori arrivando, per questo, a chiedere aiuto a Federico II.
In questo contesto si inserisce la figura di Santa Rosa (morta nel 1251 a soli 18 anni) la quale, con i suoi accorati discorsi contro gli eretici riuscì a sollevare la popolazione viterbese contro l’assedio di Federico II del 1243. Grazie anche all’intervento del Cardinale Capocci, la ribellione venne sedata ed i ghibellini definitivamente sconfitti. Da quel momento Viterbo divenne sede preferita dai Papi che arrivarono a sceglierla in modo definitivo. L’episodio più rappresentativo è legato all’elezione di Gregorio X. I cardinali, che da quasi due anni (1268-1271) si riunivano inutilmente per eleggere il successore di Clemente IV, furono rinchiusi nella sala dal popolo viterbese esasperato da quella situazione. L’edificio venne scoperchiato ed i cardinali nutriti con pane ed acqua Nacque, così, il primo “conclave” che portò all’elezione di Gregorio X ed a questo ne seguirono altri 5, fino al 1281 quando Martino IV decise di trasferirsi ad Orvieto, ponendo fine al periodo di prosperità e notorietà di Viterbo. Di questo periodo aureo restano gli edifici che è ancora possibile ammirare nel centro storico della città e l’antica tradizione della “Macchina di Santa Rosa” patrona di Viterbo. Le sue origini risalgono agli anni che seguirono il 1258 quando, durante la ricostruzione della traslazione del corpo della giovane fino al Santuario in suo onore, si costruì un baldacchino illuminato e portato in processione. Da allora ogni anno viene costruita una “macchina” di dimensioni sempre maggiori fatta in legno, ferro e cartapesta, il cui peso supera le 5 tonnellate per un’altezza di oltre 30 metri. Il 3 settembre viene portata a spalla da 100 uomini che la fanno passare tra le strade, i vicoli e le piazze, fra migliaia di spettatori. Ogni luce viene spenta affinché siano solo quelle di Santa Rosa ad illuminare la città. Si tratta di una processione molto suggestiva inserita nel Patrimonio immateriale dell’Unesco.
Attualmente Viterbo è apprezzata per la presenza di terme che, negli ultimi anni, sono diventate meta di chiunque voglia trascorrere momenti di benessere non troppo lontano da Roma. La città sorge in un’area di origine vulcanica e le sue acque sulfuree sono caratterizzate da temperature alla sorgente molto elevate (oltre 40°). I centri termali sono caratterizzati da piscine con acque a diverse temperature, grotte termali, idromassaggi e tutto ciò che serve per il relax. Le acque ricche di zolfo vengono consigliate per patologie legate all’apparato respiratorio, a disturbi vascolari ed a tutte le malattie della pelle.