La peste o morte nera, per il formarsi di macchie scure sulla pelle, fu una malattia molto diffusa in Italia negli anni che vanno a cavallo dal 1523 al 1528, forse portata dagli eserciti francesi di passaggio verso il meridione. Il motivo principale dello svilupparsi della malattia fu comunque la scarsa igiene dell’epoca ed il proliferare dei ratti. I medici erano impotenti verso la peste e visto che non si riusciva a guarirla si pensava che questa malattia fosse causata da una qualche punizione divina. Si osservavano dei penitenti che vagavano di luogo in luogo fustigandosi ed affermando che quello era l’unico modo per essere perdonati. Nacquero allora molte chiese dedicate soprattutto a San Rocco, il protettore dei malati di peste.
A Montefiascone esisteva una piccola edicola con degli affreschi del pittore Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura in località Montemoro. Per volere popolare, venne deciso che sopra quell’edicola si erigesse una chiesa dedicata alla Madonna di Montemoro, affinché proteggesse i cittadini di Montefiascone dalla peste.
L’opera iniziò nel 1527 su progetto dell’architetto Antonio da Sangallo il giovane che a quel tempo stava lavorando alla costruzione della Rocca dei Papi di Montefiascone, su commissione di papa Leone X dei Medici. Da progetto, accanto alla chiesa, doveva anche sorgere un grande convento.
Su progetto del Sangallo venne costruita una chiesa a base ottagonale, al posto dell’abside, che doveva inglobare l’edicola quattrocentesca, fu costruita una cappella circolare addossata all’altare maggiore. Per la scarsità di fondi il convento non fu mai costruito, venne soltanto realizzato un piccolo cenobio abitato da alcuni frati che però non vi rimasero a lungo.
Oggi ecco come appare la chiesa di Montedoro ( il nome della località è leggermente cambiato ).
La chiesa si trova a Montefiascone lungo la strada che porta a Marta, qui ogni anno per la festa di San Giuseppe Lavoratore ci sono spettacoli e giochi pirotecnici.
“Bellisme storie e bellissime reliquie di un mondo, quello cinquecentesco, che stento a credere si sorreggesse solo con la preghiera, ma é vero. Infatti dalla prepotenza dei pochi valvassori e valvassini che godevano di vasti privilegi il popolo indifeso e senza leggi, se non contrarie alla propria indipendenza, soffriva e si arrabattava con tanti e tali accorgimenti che oggi attengono forse agli extracomunitari. Perciò vennero fuori tanti santi, persone che, credendo nell’uomo e in Dio padre e Figlio, lottarono in favore dei negletti (vedi san Francesco d’Assisi, San Domenico, san Omobono e così via) . E poi si dice male della religione! Senza di questa sarebbero stati guai seri per tantissime persone ….”