Bonaventura Tecchi nacque a Bagnoregio l’11 febbraio del 1896. Dopo gli studi classici, conseguì la laurea all’Università di Roma ed ottenne una medaglia al valor militare durante la prima guerra mondiale, nella quale fu ferito e fatto prigioniero a sud di Amburgo. Quest’ultima esperienza fu rievocata nel romanzo “Baracca 15 C” del 1960, dedicata tra l’altro al suo amico di prigionia Carlo Emilio Gadda , che lo indirizzò verso gli studi germanici, difatti ottenne la cattedra all’Università di Roma sulla Letteratura Tedesca. Ottenne molti premi letterari fra cui il premio Bancarella nel 1959 con “Gli egoisti“, e fu socio dell’Accademia dei Lincei dal 1963. Morì a Roma il 18 giugno del 1968.
Il professor Tecchi non amava l’appellativo di “maestro” in quanto diceva: “Non mi chiami Maestro, i maestri sono solo i Grandi del passato!” Si impegnò molto per Civita che muore, potenziò l’Istituto Agrario di Bagnoregio e poi nel 1952 fondò, insieme ad altri intellettuali Bagnoresi, il Centro di Studi Bonaventuriani, che fece diventare una piccola cittadina di poco più di quattromila abitanti in un centro culturale Italiano conosciuto nel Mondo.
Tra le opere maggiori citiamo: “Il nome sulla sabbia” del 1924, “Il vento tra le case” del 1928, “Tre storie d’amore” del 1931, “I Villatauri” del 1935, “Storie di bestie” del 1957 e “Gli egoisti” del 1959.
Bonaventura Tecchi è stato un grande letterato Italiano, innamorato della sua terra di origine. Chi lo ha conosciuto rivela che il desiderio più grande del “Maestro”, che non si è avverato per problemi burocratici, era proprio la rappresentazione teatrale del suo “Gli egoisti” nella sua terra natale.
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