La Basilica di Bolsena dedicata a Santa Cristina è attualmente composta da tre nuclei: la Grotta di Santa Cristina e la Catacomba, un edificio a tre navate con pianta a croce latina e copertura a capriate di età medievale ed infine la Cappella Nuova del Miracolo, edificata tra i primi due a partire dal 1693.
La parte centrale della Basilica, quella a tre navate, è un vero gioiello dell’architettura fiorentina del rinascimento. Creata intorno al XV secolo per volere della comunità e del cardinale Giovanni De’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, governatore perpetuo del patrimonio di San Pietro in Tuscia ( 1492 – 1513 ).
Sopra la porta centrale abbiamo un prospetto conformato ad arco trionfale con nicchie sovrapposte fra parastre binate, costruito dal 1493 al 1495, che ricorda quello nella facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze ed adattato per l’edificio di Bolsena dai fratelli scultori fiorentini Francesco e Benedetto Buglioni. La lunetta del portale maggiore rappresenta, in uno schema tipico del Quattrocento toscano, la Vergine Maria con il Figlio ed i Santi Patroni della città, Cristina e Giorgio.
Purtroppo l’edficio interno ha perduto alcune caratteristiche originarie come elementi pittorici ed architettonici presentandosi spoglio ed asettico, anche grazie ad un radicale restauro eseguito negli anni 1925 – 1930, che nella ricerca delle forme originarie distrusse tutte le sovrastrutture tardo barocche. Negli scavi del 1925, al di sotto delle colonne della navata destra, si rinvennero strutture murarie e basi di colonne di marmo bianco, materiale archeologico e sarcofagi, certamente appartenuti ad un altro monumento di epoca precedente, forse paleocristiana.
Dalla navata destra si accede alla sacrestia, già Oratorio di San Leonardo, al suo interno ci sono mobili in noce ed un Crocifisso ligneo policromo del XVI secolo. Uscendo, accanto alla porta, si trova una preziosa tela settecentesca di Sebastiano Conca raffigurante Sant’Antonio da Padova che predica ai pesci nel porto di Rimini. Si accede quindi alla Cappella di San Bernardino, oggi del SS. Sacramento, dalla bella architettura tardo gotica. Si possono trovare varie pitture compresa una bella Santa Cristina dipinta nel 1508 da Giovanfrancesco D’Avanzarano, detto il Fantastico, che lavorò anche agli affreschi della Cappella della Peste a Montefiascone e alla Santa Monica di Bagnoregio, risentendo della pittura umbra e delle opere dei Pinturicchieschi.
Si accede poi alla Cappella di Santa Lucia, che è di antica costruzione ed ampliata nel XV secolo nella quale si ritrovano molti affreschi. Al centro della cappella si trova il fonte battesimale in legno dorato della prima metà del XVIII secolo, sull’altare c’è un busto ceramico di Santa Lucia. Da una porta sulla parete di destra si accede alla casa parrocchiale nella cui stanza d’ingresso c’è un affresco del XV secolo raffigurante i Santi Leonardo di Noblac, Cristina, Giorgio ed il committente. Si entra quindi nel presbiterio spoglio di ogni decorazione per opere di ricostruzione e restauro. L’altare maggiore è stato costruito nel 1991 con i manufatti marmorei recuperati nel luogo di sepoltura di Santa Cristina. Si passa quindi alla cappella dei Santi Andrea e Bartolomeo, sull’altare è posto un mediocre dipinto del XVII secolo della Vergine col Figlio, comunemente conosciuta come Madonna del Giglio, un tempo molto venerata dai Bolsenesi e che è una copia della celebre Salus Popoli Romani venerata a Santa Maria Maggiore a Roma. Nella navata a sinistra, nella piccola cappella, è custodita una bellissima statua in legno policromo raffigurante Santa Cristina, databile intorno al XV secolo ed opera di un senese. Questa è l’immagine ufficiale della devozione di Bolsena a Santa Cristina. Anticamente il simulacro era condotto in processione nelle due grandi solennità che Bolsena dedicava alla Santa, il 10 maggio ed il 24 luglio. Tramontata quella di maggio, rimase solo la celebrazione di luglio e nel 1990 si decise anche di portare in processione una copia per preservare l’originale da possibili danneggiamenti. Al di sotto della statua c’è un reliquiario costruito nel 1980 che racchiude i resti della Martire rinvenuti nel 1880 all’interno della sua tomba. Subito dopo, in una piccola cappella realizzata con materiali da recupero, vi è una statua policroma di legno di pino raffigurante San Rocco e realizzata nel 1703 quando il Santo fu proclamato compatrono della città.
Attraverso il portale detto della contessa Matilde, si accede alla Cappella Nuova del Miracolo, così chiamata perché in essa sono custoditi i marmi macchiati del sangue scaturito dall’ostia nel celebre Miracolo Eucaristico. Dalla luminosa Cappella del Miracolo si passa alla Grotta di Santa Cristina, qui è venerato il sepolcro della Martire ed è qui che riposano in attesa della resurrezione i fedeli della primitiva comunità cristiana. In questo luogo è l’altare nel quale è avvenuto il prodigio di Bolsena. La Grotta di Santa Cristina è suddivisa in due nuclei principali: un vestibolo con la Cappella del Corpo di Cristo ed una basilichetta ipogea o santuario martiriale. Sulla parete di fronte al primo nucleo vi è una grande epigrafe in pietra rossa con la narrazione del Miracolo dedotta da un testo del XIV secolo. Accanto si apre la piccola cappella quattrocentesca dedicata a San Martino, qui in antichità era posta la pietra con le presunte impronte di Santa Cristina per la venerazione dei pellegrini. A destra si accede a quella dedicata a San Michele Arcangelo, la mensa dell’altare è sorretta da un rilievo lapideo raffigurante Santa Cristina nella fornace.
La tradizione locale di Bolsena ha voluto da sempre la basilichetta sotterranea di Santa Cristina il luogo della sepoltura della Martire, la cui tomba si pensava fosse nell’area absidale, al di sotto del ciborio quattrocentesco ed oggi Cappella del SS. Sacramento. Dall’ottocentesca cripta che racchiude il sarcofago di Santa Cristina si accede alla necropoli paleocristiana. La Catacomba di Santa Cristina a Bolsena costituisce una delle più notevoli testimonianze del paleocristiano nella Tuscia.
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