L’Alta Tuscia è una terra antichissima, piena di testimonianze archeologiche risalenti al periodo Etrusco ed in questa serie di articoli voglio parlare degli insediamenti, poco più che villaggi, di cui si sono trovate testimonianze. Iniziamo quest’oggi con il villaggio del “Gran Carro”.
Il luogo di questo abitato è abbastanza impervio oggi, primo perché si trova sotto l’acqua e poi perché anche via terra non ci sono molte strade per arrivarci. La posizione è tra Montefiascone e Bolsena, proprio sotto il cimitero ( War Cemetery ) della seconda guerra mondiale dedicato agli Inglesi.
Gli scavi hanno portato alla luce moltissimi reperti, difatti è un sito estremamente ricco di vasellame di ceramica nera ed utensili in bronzo, tanto da essere il più importante sito di testimonianza di modello abitativo villanoviano. Si sono trovati reperti sia sul fondo del lago, che per ben un metro e mezzo di scavi sotto questo, testimoniando che al tempo degli Etruschi il lago ancora non c’era, ma col tempo questo salì sempre di più costringendo gli abitanti a costruire le palafitte sul villaggio precedente; di questo ci sono molte prove a carico.
Il villanoviano risale all’epoca etrusca tra il X e IX secolo A.C. nelle zone dell’Etruria, dell’attuale Emilia Romagna e della Campania. In tutti questi luoghi si iniziò a cremare i defunti i cui resti venivano sistemati in un contenitore di forma biconica, che veniva successivamente interrato. In questo modello si cominciarono a formare i primi nuclei abitativi che poi avrebbero dato origine alle grandi città Etrusche. Testimonianze di quest’epoca si trovano a Tarquinia e per l’appunto nel villaggio del Gran Carro. Le case erano tondeggianti e costruite con materiali deperibili come argilla e legname, per questo non si sono trovate molte testimonianze di questo periodo.
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