Il centro etrusco di Ferento si trova a circa 8 km da Viterbo ed ebbe due ubicazioni nella storia. Il primo etrusco sul colle San Francesco, compreso tra i fossi Acquarossa e Francalancia, mentre Ferentium romana si formò dirimpetto al primo sul colle di Pianicara, tra Acquarossa e Vezzarella.
Tracce di vita preistorica sono presenti in tutto il territorio, nel 1971 è stato scoperto un villaggio del neolitico finale, successivamente sono stati scoperti tracce di cultura del Rinaldone, eneolitica del 2500 a.C. e quindi gli stanziamenti dei Villanoviani. La zona fiorì di insediamenti etruschi per la fertilità dei luoghi, ma soprattutto per la presenza di marcasite e limonite, particolarmente abbondante in località Macchia Grande, da cui si estraeva il ferro. Le conseguenze della lavorazione del metallo hanno portato questo centro ad una grande prosperità. Il centro terminò violentemente la sua esistenza, quando a seguito di avvenimenti bellici, fu raso al suolo e dato alle fiamme.
La decadenza della Ferento etrusca e l’evolversi della Ferentium romana non fu, come si pensava fino a poco tempo fa, ad opera dei romani, bensì a causa di lotte interne tra città rivali. Probabilmente si pensa che la distruzione della città sia ad ascriversi alla vicina Surina, che poi è diventata Viterbo. Due e gravi erano i motivi di lotta tra le due città, il primo di aspetto politico ed il secondo di aspetto economico. Acquarossa apparteneva alla lucumonia di Velzna, Surina a quella di Tarquinia, ambedue erano interessate al commercio che transitava per questa breve pianura. Surina sul finire del VI secolo a.C. compì quest’atto tragico che ripeté poi Viterbo in età medievale, precisamente nel 1172, quando distrusse definitivamente Ferento. Dopo la violenta distruzione nessuno tornò a popolare il pianoro, che solo in epoca romana vide un’esigua costruzione dell’acquedotto che portava acqua all’antistante cittadina di Ferentium.
L’evoluzione architettonica di Acquarossa è avvenuta in tre fasi: la prima inizia nel terzo quarto del VII secolo a.C., la seconda nel 600 e la terza dal 550 fino alla distruzione dell’abitato. La planimetria delle abitazioni è abbastanza semplice e ripetitiva con due o al più tre stanze antistanti un portico. Le tre stanze erano così destinate:
Acquarossa era una città aperta perché non sono state ritrovate mura di cinta, la difesa era affidata alle abitazioni esterne che avevano lo scopo di vedetta. In tutta la zona di Acquarossa non è stato ritrovato nemmeno un tempio. Le necropoli sono dislocate nei colli circostanti, la più grande ed estesa è quella a sud dell’abitato lungo la strada che oggi porta a Bagnaia. Le necropoli più antiche sono state rinvenute a Prato Campo ed a Pian della Lupa con tombe a pozzetto tipiche della civiltà villanoviana.
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